Margherita,
fiore di settembre,
mia dolce pianta,
quasi come figlia,
dono del mio immaginario...
Perdonami, se oggi nel mio regno
di donna ti conduco.
Ti accosto al cuore: guardo le tue gemme,
come veste di stelle:
un corpicino sfiora la mia pelle...
Bacio il suo viso,
le tenere chiome...
Le mie carezze, sono sempre uguali...
Intense... Silenziose...
Delicate...
Ma tu,
da esteriori cure, fuorviando,
dall’angoliera, ove ti abbiam posta,
abbracci i miei capelli.
I nostri volti si toccano...
Gioiscono...
S'imperlano di gocce...
Sono rugiada? O sono pianto?