Eravamo svegli quando
il nostro mondo smise di appartenerci
e schiere di fenici divennero cenere
prima di risorgere.
Il tempo era roseo di tramonto
e noi recitavamo d’essere noi stessi.
Il ricordo ha sempre la sua attrattiva
fresca di marea fumosa:
collezioni di parole
come ali di falene inchiodate.
Occhi glaciali prima di cantare
l’atroce dimenticanza del nostro
futuro disatteso.