Incontrare per strada
il buon Prudenzio,
detto anche Enzio,
signore d'alto lignaggio
con la passione dell'allevatore.
Alleva polli,
dai suoi polli vengon fuori
uova bianche a forma di sapone.
Dove va di buon'ora
il signor Enzio?
Ma va alla scuola,
la cara scuola del suo figlioletto
di tredici anni.
Adesso, suona il campanello
e gli apre il bidello
il quale gli chiede:
“Cosa desidera signore?”
“Vorrei parlare col signor segretario.”
“Avanti, venga avanti
marchese! Ella mi scusi
se mi sfugge il nome.”
Quello risponde:
“La scuso, fa niente.
Sono Prudenzio Covasaponette,
Enzio per gli amici.
La scuola purtroppo è finita.
Il mio figliolo, ha sostenuto
egregiamente gli esami,
ma, vorrei vedere i quadri.
Fra poco, sa, lo iscriverò
alle scuole alte e così
tutta la famiglia,
sarà una famiglia studiata.”
Risponde il segretario:
“Prego, signor marchese:
si rechi in corridoio:
colà, alla parete destra,
stanno affissi.
Ma... Una curiosità:
come si chiama suo figlio?”
“Tito Covasaponette.
Con permesso, vado...”
Trascorrono così:
cinque, dieci, venti,
trenta minuti.
E Enzio, un po' arrabbiato
dal segretario fa ritorno.
“Mi perdoni, se sono un po'
infuriato; forse sarò accecato,
però, mi sta di fatto che io
non l'ho veduta, la foto di mio figlio
e nemmeno il ritratto!”
E il segretario ridendo,
risponde:
“Sono costernato!”