Uno spaventoso silenzio
avvolge tutto l’universo,
gli uomini come marionette di pezza
si susseguono nel tempo gli uni agli altri
e non nascono che per morire definitivamente.
Quanta gente nel corso dei secoli
mi ha soltanto preceduto!
uomini in carne e ossa proprio come me
col mio stesso sangue
con le mie stesse paure, le mie stesse speranze.
Hanno vissuto in tempi diversi
e per età differenti
ma di loro non è rimasto più nulla!
Dov’è l’uomo delle caverne?
e gli antichi Egiziani con le loro piramidi?
e i gloriosi Romani? e i pensatori Greci?
imperatori e papi, uomini comuni ed eroi
tutti scomparsi
nell’inesorabile scorrere del tempo.
Vorrei uccidermi subito
al solo pensiero che anch’io farò la stessa fine,
è strano come gli uomini
continuino a vivere con impegno
pur sapendo che dovranno morire,
anche se vivessero per cento anni
sarebbe sempre un soffio di fiato
rispetto all’eternità.
Ma poi mi consolo tra me
pensando che la solitudine non è solo mia
ma è presente in ogni angolo dello sconfinato universo
e non esiste gioia più grande
del sentirsi parte di questa immensità
pur consapevole della propria piccolezza
e piangere la propria fragilità
in un pianto accorato e senza speranza.
Così mi nasce dentro un’emozione fortissima
che, anche se nata dalla disperazione
è pur sempre un’emozione
e subito dopo rido, rido e ancora rido.
Ormai più nulla ha valore per me.
Scopro la dolce ebbrezza del non senso,
non m’importa della seduzione della fede
né del ragionamento della scienza.
Sono totalmente felice
e la mia gioia scaturisce dalla mia solitudine
che ora riesco a proiettare nel cosmo
e la solitudine dell’universo
è la mia stessa solitudine
e mi dà conforto
mi rende grande.