Era stata chiamata Mariasole
da Rubhy, una fatina
perché era nata in un mattino
di fine aprile e pien di pioggia.
“Aprile, aprile vecchio egoista,
hai fatto piangere questa bambina”
dissero in coro le fatine:
“Dalle un bacino, adesso!”
E Aprile la baciò,
baciò pure la sua mamma,
ch'era un'altra fata,
ma, molto fragile.
Mariasole visse nel bosco,
sempre accanto alla sua mamma
e il bosco le fu maestro di vita.
Mariasole avea d'oro i capelli
e gli occhi blu un po' allungati:
sembrava un cerbiatto.
Tra i frutti del bosco,
Mariasole, amava le fragole ed i lamponi
e tra i fiori silvestri, amava le
rose selvagge, le genziane, i ciclamini,
i ranuncoli, le viole.
“Mariasole, Mariasole”, le dicevano
le rane, “Vieni, vieni qui da noi
che una bagnarola è pronta
così tu ti laverai, te l'ha posta
la tua mamma, proprio qui
sotto il castagno; Mariasole
fa' il tuo bagno! E non fare
più capricci”. Or si lava
la bambina, mentre il bosco
sa di felci... E c'è un'alce che passeggia;
ecco or le si avvicina:
“Mariasole, bambolina,
non temere di non sapere
dove asciugarti tu potrai
ho sottratto una tovaglia
dal bucato steso fuori
lungi un po' da questo bosco
della mamma di Francesco.
Ma, non sono io una ladra;
dopo gliela renderò.”
Alleluia, alleluia Mariasole
s'è lavata ed il suo lettino odora delle erbe profumate.