Il raggio di luce divora se' stesso,
ne sfioro il suo fiato e subisco il trapasso.
Al pari immobile, freddato dal buio,
penso al pensiero privato del tempo.
Non vedo ragioni nè provo emozioni,
mi lascio futtuare ormai spoglio del corpo.
Ritorna un sentire, nostalgico e denso,
le forme vissute son morte da tanto.
Compare un'ombra, la segue un odore,
riecheggia una voce di un'anima viva.
Lampeggia infine una luce illusoria,
divorata da se' ben presto spira.