In quel di Messina,
nell'esiguo villaggio,
rustiche scale risalgo:
raggiunger voglio
il vecchio camposanto,
dove riposi,
piccola Maria.
Sei vissuta un giorno,
od una notte non so,
come un delicatissimo fiore;
io non c'ero ancora,
ho nostalgia di te,
del nostro reciproco amore;
so, che lo avremmo vissuto,
se tu ci fossi stata;
insieme abbiam giocato
in un mondo sublime
e prenatale.
Forse nelle alte sfere,
Tu, dipartita,
sei cresciuta: hai voluto
fermarti a vent'anni;
anch'io, ho vent'anni,
nell'anima, anch'io,
lo sai.
Oltre ad una giovane stupenda,
credo, tu sia una stella
che nel blu risplende
di un cielo lontano.
Se tu ci fossi stata,
noi ci saremmo tenute per mano,
oh, quante cose ci saremmo dette,
oh, quante rose lungo l'alberato
viale dei sogni!
Ora risalgo le rustiche scale
che portano in collina,
fiancheggiate da decrepiti muri;
negli interstizi, fiori di capperi
negli interstizi, fior di camomilla
ed una erba odorosa, molto bella,
dal nome scialbo: nepitella.
Per pochi momenti
la mia mano destra sente il calore,
di un'altra, quella di papà.
Poi quel calore
non lo sente più.
Ecco, son giunta al cimitero:
e tu mi appari: etereo il volto,
di bianco vestita, lunghe le chiome
come quelle di mamma,
come le mie, come quelle di nonna,
hai lo sguardo dolcissimo
e non dici nulla:
ci abbracciamo tantissimo
e poi ad una ad una
emergono le parole:
dispaiono le croci
che ci hanno fatto male,
simbolo del dolore
ma la Santa Vergine,
è sempre accanto a noi.
E' una giornata bella,
di limpido sole
e sotto la collina
c'è una distesa azzurra.
Oh, sorella, dolcissima Maria
per il nostro incontro,
oggi, un brivido d'amore,
ha l'universo.
Non dormono più le cime
dei grandi monti.