Se avessi un tua foto,
l'accosterei al mio cuore...
Ardentemente anelo
omaggiarti, poeta.
Sei anche uno scrittore,
professore, di autorevole tempra
nell'osservanza ai valori;
ma sei anche un fanciullo
che sorride, che piange,
che si sbigottisce,
per tutto ciò che accade...
Che vede con occhi incantati
il dì presente, unirsi al passato!
Com'è sottile, eppur possente,
il filo che due dimensioni
riesce a legare!
Senza ricorrere al condizionale,
poeta che captavi
i segni del mistero,
voglio dirti una cosa:
raccoglierò le viole,
quelle vivaci, odorose,
che chiamasi viole del pensiero:
le adagerò fra le pagine
dei tuoi versi sublimi.
Poeta, le tue poesie...
Sono lacrime di stelle
sono, nel giorno,
dopo, la gran bufera,
il singulto che resta
tra l'erba bagnata...
E sono, infine,
pace della sera:
“Oh, stanco dolore,
riposa...” Sapessi quante volte,
codesta tua espressione,
alle mie labbra è sorta,
caro poeta Giovanni.
So, che hai vissuto un po'
a Messina... Ti ricordi
Messina? E' un giorno
di sole e qualcosa di nuovo
è nell'aria misto ad un odor
di primavera: il tuo ricordo
va lontano... Ricordi un episodio
doloroso, travolgente,
di struggente commozione;
peccato che in un giorno così bello,
un amico d'infanzia può morire...!
Giovanni, che tante emozioni
ci hai dato che ci hai fatto
commuovere di sorrisi, di lacrime,
di tenerezze e pianto, io ti voglio
bene; tutti ti vogliamo bene:
proteggici, mentre con gli occhi umidi
saliamo la via che al Signore conduce.