Non conosco l'Innocenza dell'Ardire
O mi è Fuoco o Vampa di Perdizione
Senza pelle rivesto l'interno del Mio Volere
Senza palpebre sfamo gli occhi nel mio Dovere
-Tocco-
ed è estasi sotto la lingua
che osa pronunciarti mentre nel sapore sgorghi rigoglioso
affogandomi come corda tesa intorno al ventre
avvolgendo l'impudico incedere che sovrasta il muto pensiero
che trasuda di assenso e svuota la ragione
Non conosco il limite della decenza
Sanguino lentamente nel piacere ambito
mostrandomi ferma e furente
-scroscio d'unto-
fragilità di coscienza sfiancata da colpi degni
e di Dolore che porta ad esser Tua
come Vertigine Disgiunta
che s'attarda nella convulsa degustazione dell'Illusione
-Runa-