Ed è così
ed è così che mi ritrovo
il mese di agosto
e le sue strade deserte
seduto in disparte
tra le panchine abbandonate
al sole d’estate
a parlarti
nella città svuotata
a guardarti
in un angolo di mondo
per un mese quasi
dimenticato dal mondo.
Ed è così
ed è così che mi ritrovo
il culmine e il finir d’estate
e strade e spiagge a menti assolate
e gambe incrociate
su panchine in disuso
e parlarti di me
come un ragazzo che mai ha vissuto
un sedicenne
che si sa che certe emozioni ti riportano indietro.
Ed è così
ed è così che mi ritrovo
nella mia estate da vivere
ad aver voglia di viverti
che tu ci creda o no
tanto non cambia
ciò che vorrei.
Che se ti dico che m’hai preso
tu lo reputi vero
forse solo un po’.
Noi a guardarci negli occhi:
soltanto una mia probabile illusione
in un momento di forte intenzione
di credere in te.
Ed è così
ed è così che mi ritrovo
a sognare
in questi giorni d’estate
ciò che di un estate
inevitabilmente a detta di tutti non resta,
ma sono pronto a sfidare
la logica statistica
di chi si ferma ad osservare.