Percorrendo a ritroso
i corridoi della vita, odoro
l'incenso -la putrescenza di amori
stantii, mi assilla.
Mi odi?
(riflessioni ostentate sulla verità,
autoflagellazione
del colpevole)
In frantumi;
a scatti,
scorgo la tua sagoma
fra le stanze della tua ipocrisia.
Inquieto vivere al ritmo
dei tuoi mancati respiri
e dagli istanti bruciati;
alimentato dal Bisogno
succube di Desiderio,
suo fratello.
Luci spente e desideri svaniti
completano -incastri non voluti
le distanze,
ma sprofondiamo ancora.
Screpolato il macchinario
del silenzio, si ferma
(l'astinenza è l'unica
forma di cinismo)
Stridii metallici, movimentano
a fatica le confessioni
autunnali.
Ed esco, sereno
dall'immagine distorta
del tuo ricordo.
La verità
squarcia solenne
il mantello
del passato;
svanisco nelle tue
distanze.